Concausa


Il triste capodanno buddista
1 marzo 2009, 12:09
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(ANSA) – PECHINO, 27 FEB – Un monaco tibetano si e’ dato fuoco nella provincia del Sichuan a un anno dalle proteste soffocate nel sangue dalle autorita’ cinesi. Lo riferisce il gruppo di attivisti Free Tibet Campaign. Il monaco si e’ immolato dopo essere uscito dal monastero di Kirti, nella contea di Aba, nella Cina occidentale, teatro nel marzo dell’anno scoro di manifestazioni pro-indipendentiste. Con se’ aveva una bandiera tibetana con la foto della guida spirituale in esilio, il Dalai Lama.

“… perché un uomo che si bagna di benzina e poi accende un fiammifero e poi si dà fuoco, un uomo che si lascia bruciare senza un grido e senza un pentimento, un uomo che fa questo per motivi ideali non per scontenti personali, ecco: a mio parere quell’uomo è un eroe. E lo è quanto un vietcong, un soldato in trincea.
Io chiamavo eroi gli astronauti. Ma che eroismo ci vuole a sbarcare sulla Luna con un margine di sicurezza del novantanove virgola nonvantanove per cento, con una astronave collaudata fino all’ultimo bullone, seguita senza senza sosta da migliaia di tecnici, scienziati, strumenti infallibili pronti a venire in tuo aiuto? E se va male lo stesso, se sulla Luna ci muori, che eroismo ci vuole a morire dinanzi agli occhi del mondo, mentre tutto il mondo ti ammira e ti esalta e piange per te? No: l’eroismo, lo capisco qui, non è il vostro, amici astronauti. E’ quello del vietcong che va a ammazzare e farsi ammazzare, scalzo, in nome di un sogno. E’ quello di un soldato che crepa solo come un cane in un bosco, mentre va all’assalto di una collina di cui non gli importa nulla. E’ quello di una ragazza o di un bonzo che si danno alle fiamme rischiando di essere ridicolizzati con un estintore”.

Oriana Fallaci, Niente e così sia, Rizzoli, 1969, p.79

Nel Tibet blindato dal regime la festa più triste fra i soldati, RAIMONDO BULTRINI su repubblica.it;



Essere donna. In Afghanistan.
10 gennaio 2009, 17:02
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Da Ses parents lui ouvrent le ventre pour retirer un fœtus issu d’un viol, Rtlinfo.be (via milleeunadonna).

Une adolescente afghane a été hospitalisée dans un état grave après que sa mère et son frère lui eurent ouvert le ventre pour enlever le fœtus de cinq mois qu’elle portait à la suite d’un viol, a annoncé mardi une responsable gouvernementale afghane.
Les parents de la jeune fille, des agriculteurs, avaient apparemment décidé de laver ainsi l’honneur de la famille, le viol et le fait d’être enceinte sans être mariée étant considérés comme infâmants dans la société afghane, a déclaré Mme Habiba Sarabi, gouverneur de la province centrale de Bamiyan.
L’adolescente avait caché à sa famille qu’elle attendait un enfant, a ajouté le gouverneur. “Quand la famille a réalisé (cela) il y a deux jours, la mère et le frère de la fille lui ont ligoté les mains et les jambes et l’ont emmenée dans une écurie où ils lui ont ouvert le ventre avec une lame et ont extirpé le foetus”, a expliqué Mme Sarabi. Ils ont ensuite recousu la blessure avec une grande aiguille du genre de celles utilisées pour fermer les sacs de farine, a-t-elle poursuivi.
La plaie s’est ensuite infectée, puis a commencé à saigner, et l’adolescente s’est évanouie, ce qui a conduit ses parents à l’emmener à l’hôpital. “Elle ne va actuellement pas bien”, a souligné Mme Sarabi, selon laquelle le violeur présumé a été arrêté. Le directeur des services de santé de la province, Nadir Ali, a confirmé que la jeune fille était hospitalisée et que sa blessure s’était “sérieusement infectée”.

Questo fatto agghiacciante è accaduto nella provincia di Bamiyan, dove una volta c’erano i famosi Buddha.
Negli anfratti che ospitavano i monumenti tende e lamiere nascondono ricoveri di fortuna, qui su lastampa.it.
Quelle nicchie vuote di Bamiyan che hanno cancellato la storia, GUIDO RAMPOLDI, qui su repubblica.it.

L’associazione Revolutionary Association of the Women of Afghanistan ha un canale su youtube, questo, che vi invitiamo a visitare. Il video più visto del canale e questo qui:

Segnaliamo l’articolo Donne d’Afghanistan di Cecilia Strada su peacereporter.net. e il sito dell’associazione Pangea che dal marzo 2003 lavora con le donne di Kabul.

L’Afghanistan, in questo momento, ospita anche Emanuele Giordana, fondatore e direttore di Lettera 22. Se volete seguire il suo diario potete farlo qui nel suo blog. In uno dei suoi ultimi post ci informa che l’Afghanistan Independent Human Rights Commission ha registrato nel 2008 almeno 3 mila casi di violenza contro le donne.



Diritti delle donne e religione. In Turchia.
29 dicembre 2008, 16:22
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Ragazze disperate tornano vergini
È boom in Turchia
di TIZIANA PREZZO

La sensazione che ho io è che, soprattutto qui a Istanbul, molte trentenni ricorrano all’imenoplasia come le quarantenni al primo lifting». Il commento di Neslihan, un’avvocatessa di 33 anni, spezza ancora una volta il silenzio nel soggiorno dove, insieme ad altre due amiche, sta guardando il dvd di «Caramel», delizioso film libanese tutto al femminile. Tra un bicchiere di tè e un boccone di borek la pellicola è giunta al punto in cui una delle protagoniste decide di «tornare vergine» all’insaputa del futuro sposo. Nel gioco di analisi delle somiglianze e differenze tra il mondo femminile turco e quello arabo, il tema della verginità anima il dibattito, in quanto questione delicata e al tempo stesso ricca di sfaccettature. «Una cosa è chiara: l’Islam c’entra poco. Quello che ci frega veramente è che apparteniamo a una società maschilista, che condiziona psicologicamente anche le più laiche tra di noi», aggiunge Ozge, 26 anni, insegnante. In Turchia è indubbio che la maggior parte delle ragazze che si sottopongono a questa operazione lo fa perché sente di non avere scelta: ha il terrore di essere lasciata dal marito dopo la prima notte di nozze. Specie nell’Est del Paese, dove la perdita della purezza da parte di una ragazza non sposata equivale alla perdita del «Namus», l’onore, per tutta la sua famiglia. Le pagine dei giornali turchi raccontano spesso il dramma di ragazze ripudiate o ammazzate dai familiari perché sospettate di non essere più illibate, di studentesse allontanate dalla scuola perché vittime di un pettegolezzo, costrette all’umiliazione di un test della verginità imposto da un padre-padrone. Secondo una recente ricerca, negli ultimi cinque anni ci sono stati mille delitti d’onore.

L’articolo completo qui, su lastampa.it.

Il trailer del film Caramel da MOVIEPREVIEWSGALORE.

L’intervista di Francesco Gatti, RaiNews24, all’attrice e regista Nadine Labaki.



Diritti delle donne e religione. In Marocco.
29 dicembre 2008, 15:56
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Les Oulémas mettent en garde les féministes
18/12/2008 11:53:57 – APANEWS

Le Conseil supérieur des oulémas (docteurs de loi islamique) du Maroc est sorti de son mutisme après la levée, le 10 décembre, des réserves sur la Convention internationale sur l’élimination de toutes les formes de discrimination à l’égard de la femme (CEDEF), en affirmant que l’attachement aux constantes religieuses du pays ne peut être remis en question.
Les constantes religieuses et les préceptes de la loi canonique (« Charia ») ne peuvent faire l’objet d’aucune jurisprudence, a martelé, dans un retentissant communiqué, la plus haute autorité religieuse au Maroc, en réaction à des déclarations de mouvements féministes revendiquant la révision de la loi sur l’héritage, selon des dispositions «positivistes ».

L’articolo completo lo trovate qui, sull’edizione on line di jeuneafrique.

Se ne parla anche sul blog di Paolo, gestore del Riad Amazighen a Marrakech.