Concausa


Milano 01
20 dicembre 2008, 23:05
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“C’è qualcuno che non ha ancora capito che Milano è una grande città,” disse a Mascaranti, “non hanno ancora capito il cambio di dimensioni, qualcuno continua a parlare di Milano, come se finisse a Porta Venezia o come se la gente non facesse altro che mangiare panettoni o pan di meino. Se uno dice Marsiglia, Chicago, Parigi, quelle sì che sono metropoli, con tanti delinquenti dentro, ma a Milano no, a qualche stupido non dà la sensazione della grande città, cercano ancora quello che chiamano il colore locale, la brasera, la pesa, e magari il gamba de legn. Si dimenticano che una città vicina ai due milioni di abitanti ha un tono internazionale, non locale, in una grande città come Milano, arrivano sporcaccioni da tutte le parti del mondo, e pazzi, e alcolizzati, drogati, o semplicemente disperati in cerca di soldi che si fanno affittare una rivoltella, rubano una macchina e saltano sul bancone di una banca gridando: Stendetevi tutti per terra, come hanno sentito che si deve fare. Ci sono tanti vantaggi dall’ingrandimento della città, ma ci sono anche cambiamenti che fanno pensare. Queste storie di regolamento dei conti,” fece cenno di no, a Mascaranti, che non fumava, “fanno davvero pensare a molte cose. Sono bande organizzate militarmente, armate, con elementi decisi assolutamente a tutto, con tutta una serie di basi di attacco o di nascondiglio, dislocate un po’ dappertutto. Noi abbiamo trovato per caso la Binaschina, ma quante ce ne saranno di basi come quella dentro i confini della provincia di Milano? E’ qui a Milano che ci sono i soldi ed è qui che vengono a prenderli, con ogni mezzo, anche col mitra.”

Giorgio Scerbanenco, Traditori di tutti, Garzanti.

Carlo Lucarelli scrive a Giorgio Scerbanenco, qui.