Concausa


L’umanità non ha nazione
22 novembre 2014, 11:53
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umanità non ha nazione

Udo Sürer, sabato 22 dalle ore 9.30 sarà protagonista dell’incontro“Il coraggio di vivere l’inatteso”, che si terrà a Fivizzano, Museo di S. Giovanni in via Umberto I, organizzato dall’Unione dei Comuni (programma completo). Alle 18 il Circolo culturale enogastronomico Archivi della Resistenza organizza presso il Museo Audiovisivo della Resistenza “L’umanità non ha nazione” l’incontro con Udo Sürer, interventi di Celso Battaglia (superstite della strage di Vinca) e di Roberto Oligeri (Associazione Vittime Civili di San Terenzo). Ore 20.00 cena sociale euro 20 – Prenotare al 3290099418. Ore 21.45 Spettacolo di Andrea Buffa L’umanità con le scarpe da ginnastica. Due atti di teatro di narrazione musicale.

Incontro con Udo Surer, Il Tirreno 21 novembre 2014

 



Die Mauer ist weg
8 novembre 2009, 19:47
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“Se sono stato informato correttamente quest’ordine diventa efficace immediatamente.”
Günter Schabowski

Hinter der Mauer e La rivolta silenziosa delle donne, spunti di riflessione interattivi della Zdf. Su Flickr i membri del gruppo Berlin Wall hanno caricato 3.389 foto. Segnaliamo anche Chronik der mauer.



Ecco che muove sgretola dilaga…
6 ottobre 2009, 23:31
Filed under: Germania

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“1989 – 2009: a vent’anni dalla caduta del muro di Berlino la Toscana celebra l’evento simbolo della democrazia e della nascita dell’identità europea. L’Auditorium Stensen ospiterà per tutto il mese di ottobre la principale Rassegna cinematografica dedicata alla storia di Berlino dal titolo “Un cielo diviso” – in continuità con la sezione dedicata alla capitale tedesca delle Giornate del Cinema Europeo. Tutti i martedì, mercoledì e giovedì di ottobre – ad ingresso gratuito – saranno presentati, in collaborazione con il Goethe Institut, film e documentari provenienti dalla Germania dell’est oppure collegati alla storia della divisione delle due Germanie.”

Qui tutto il programma; domani alle alle 17.30 la tavola rotonda moderata da Enrico Deaglio dal titolo “Memoria, identità, identità europea, unione e divisione; l’epoca della Cortina di ferro.”
E alle 21:00, Novemberkind di Christian Schwochow (DE 2008, 95′). Alla proiezione parteciperà il regista.



In sé e per sé
6 settembre 2009, 12:06
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Engel 02

Pellegrinaggio filosofico/letterario al Dorotheenstädtischer Friedhof di Berlino.

“I luoghi del silenzio per eccellenza sono i cimiteri. (…) A Berlino il cimitero più visitato è il Dorotheenstädtischer Friedhof, contiguo al Brecht Haus, che oggi ospita anche il Bertolt-Brecht Archiv e lo Helene-Weigel-Archiv con i suoi 356.000 documenti. (…) Brecht descriveva la sua nuova dimora nella Chaussestrasse (…) ricordava che lì accanto, nel cimitero “francese”, erano sepolti generali ugonotti, nonché Fichte e Hegel, e affermava che quel luogo gli infondeva molta serenità. (…) sincero omaggio alla grandezza di uomini che prima di lui furono destinati nell’ora estrema a quel luogo di raccoglimento.”
Elena Agazzi, Berlino. Piccolo manuale di viabilità letteraria, Unicopli.

Fa un certo effetto vedere lì, uno accanto all’altro, Hegel e Fichte. Sono in sequenza come sull’Abbagnano Fornero…

Georg Wilhelm Friedrich Hegel

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Johann Gottlieb Fichte

Fichte 01

Heinrich Mann

Mann 01

Bertolt Brecht

Brecht 01

Herbert Marcuse

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Un mondo dietro ogni parola
10 agosto 2009, 12:09
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“Se diventassimo consapevoli dell’eredità che giace in ogni parola, studieremmo i nostri dizionari, catalogo della nostra ricchezza e scopriremmo che dietro ogni parola vi è un mondo. Chi usa le parole mette in moto dei mondi, degli esseri divisi: quello che può consolare l’uno, può ferire a morte un altro.”

Heinrich Boll, La lingua come luogo di libertà, discorso del 1959 reperibile qui .



Pina Bausch ist tot
30 giugno 2009, 15:26
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Pina Bausch, Wuppertal e il Tanztheater.

“È difficile immaginare cosa sarebbe il teatro della danza dell’ultimo quarto di secolo senza la paradigmatica esperienza e creatività della B. Questa coreografa dall’inconfondibile silhouette nera e dall’effigie esangue, sofferente, come in preda all’imminente consunzione ma in realtà da anni potente e energica capofila del genere teatrodanza (o Tanztheater), è riuscita a modificare gli orizzonti culturali ed estetici della danza del nostro tempo, guadagnandosi non solo una schiera di imitatori ma anche un pubblico insospettabile: forse il pubblico più largo e nuovo che qualsiasi altro coreografo di oggi abbia attirato a sé.” (segue qui sul Dizionario dello Spettacolo)



Fiat, Fehler in allen Teilen
31 Maggio 2009, 13:00
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Halbkasko di Julian Turner

Halbkasko di Julian Turner

Gherardo Ugolini, docente di lingua, letteratura e cultura italiana alla Humboldt Universität di Berlino, sull’Unità di oggi chiude il suo pezzo sull’affaire Opel La stampa tedesca esulta: garantiti così il lavoro e il futuro con questa riflessione: “Considerando l’intera vicenda del salvataggio Opel non si può ignorare il riemergere di stereotipi e pregiudizi anti-italiani che parevano scomparsi. Non che i tedeschi ce l’abbiano con gli italiani. Ci sono campi come la gastronomia, la moda, l’arte, in cui tutti riconoscono la superiorità italiana. Ma quando si tratta di tecnologia allora le cose cambiano. Per decenni in Germania l’acronimo Fiat è stato beffardamente sciolto in “Fehler in allen Teilen“, ovvero “difetti in tutte le parti” e questo pregiudizio negativo, per quanto assurdo o inattuale possa sembrare, si è sedimentato nelle teste della gente. La sconfitta della Fiat nella campagna di Germania ha a che fare anche con questo”.



Percorsi consapevoli di storia femminile
14 Maggio 2009, 14:15
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Befreier

Un omaggio in tre film alla cineasta tedesca
Helke Sander, la rivoluzione femminista delle immagini
di Elfi Reiter
pubblicato su ilmanifesto il 12.05.2009

«Se si riuscisse un giorno ad analizzare l’amore, a far vedere quanto e in che modo i problemi della società vengono ‘privatizzati’ e come si continui a voler risolvere conflitti oggettivi in modo individuale, i film così realizzati scatenerebbero rivoluzioni e potrebbero contribuire a formare l’uomo nuovo», aveva scritto nel marzo 1968 provocatoriamente Helke Sander, allora studentessa alla Dffb, la scuola di cinema di Berlino.
Oggi, quarant’anni dopo, possiamo dire che lei stessa ha contribuito a compiere questa analisi, con film intensi in cui ha fatto luce sui tabù (o i falsi miti) della condizione femminili e proposto percorsi alternativi, più consapevoli, della propria storia, sociale e individuale. Ma anche attraverso una continua scrittura, giornalistica e narrativa: fu lei a fondare la prima e unica rivista europea femminista di cinema Frauen und Film (Donne e cinema) nel 1974. Alla sua poetica politica era dedicata una delle Finestre dell’ottava edizione del Tekfestival (…). Tra gli oltre venti film realizzati da Helke Sander, Tekfestival ne ha scelti tre abbastanza rappresentativi del suo impegno di attivista femminista e co-fondatrice di molte iniziative a favore di una politica per le donne a 360 gradi.
Il primo, Eine Prämie für Irene (Un premio per Irene) realizzato nel 1971, descrive la situazione non facile di una donna single con due figli, e fu anche critica dei cosiddetti Berliner Arbeiterfilm, i numerosi documentari girati all’epoca che indagavano i conflitti nelle fabbriche puntando però l’attenzione quasi esclusivamente sugli operai uomini dimenticandosi delle donne. Di grande fascino visivo, soprattutto perché girato in uno splendido bianco e nero a Berlino, a ridosso del muro e delle sue implicazioni nella vita quotidiana nella città divisa, è Redupers-Die allseitig reduzierte Persönlichkeit che nel titolo (La personalità generalmente ridotta), che si prendeva gioco dello slogan vigente nella ex-Rdt sulla «personalità socialista generalmente evoluta», affrontando la frammentazione nella vita moderna di una donna. Il delicato tema del Muro di Berlino è svolto sia dal punto di vista politico che come metafora della «separazione».
«Il punto interessante è che oggi il film è considerato quasi un documentario, benché allora, nel 1977, fosse di finzione», aveva detto Helke Sander lo scorso gennaio, al Trieste Film Festival, dove il film era parte di un omaggio ai vent’anni dalla caduta di quei 43 km di sbarramento anteriore verso Berlino ovest costruito il 13 agosto 1961. E nel suo film erano anche apparse le prime scritte su quella intoccabile superficie che sarebbe diventata ambìta galleria d’arte all’aperto.
Un tema talmente tabù da richiedere molti anni per realizzarlo è stato affrontato nel documentario in due parti, BeFreier und Befreite (La libertà dei liberatori): la violenza sessuale operata dai soldati delle truppe alleate alla fine della seconda guerra mondiale, giocando col doppio senso (intraducibile) della parola BeFreier che significa «liberatori» ma allude anche al Freier che designa «l’amante». Il film che fu presentato alla Berlinale nel ’92, fece il giro del mondo, fu pluripremiato e scatenò grandi discussioni negli Stati uniti. All’origine c’erano lunghe ricerche per chiarire cosa accadde realmente a Berlino nel 1945, una serie di fatti per tanto tempo liquidati come «violenze sessuali di massa». Per trovare numeri e prove, la cineasta (poi supportata dalla storica Barbara Johr) ha frugato negli archivi tedeschi e internazionali, negli ospedali, in uffici anagrafi, fabbriche di medicinali e da persone private. La prima parte storico-politica fa parlare (spesso per la prima volta) alcune delle donne violentate, cerca testimonianze tra soldati/esse dell’armata rossa, con dati e immagini d’archivio. La seconda tematizza le conseguenze: uomini e donne nati/e da atti di violenza narrano le loro vite, si alza il velo sul comportamento della Wehrmacht nelle zone occupate, sui problemi medici, giuridici e sociali delle violenze subite. Visioni agghiaccianti, ancor più di fronte alla interpretazione dei dati da parte dell’esperto in esilio, profughi e espulsioni, ma necessaria scrittura per immagini della Storia.

Qui, su amazon, il libro BeFreier und Befreite. Krieg, Vergewaltigungen, Kinder e il film.

Abbiamo letto anche La politica vissuta dei film di Helke Sander di Anne Preckel; e Berlino, un film porta alla luce il drammatico stupro di massa dei liberatori sovietici di Lietta Tornabuoni su La Stampa.
La biografia di Helke Sander su filmportal.de.



1961-1989, ricordi e testimonianze
1 Maggio 2009, 13:49
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teaserpic

Vent’anni fa e nessuna ostalgie.
Diverse celebrazioni, in compenso: qui è possibile scaricare in podcast alcune puntate di Saltare il muro. Testimoni a Berlino, un programma di RadioTre condotto da Maurizio Ciampa, per la regia di Diego Marras. “Venti appuntamenti con la storia, la memoria personale, le emozioni di quei giorni, con le speranze, le paure, i sogni nati attorno alle rovine del Muro. A raccontarli saranno gli stessi ascoltatori di Radio3 diretti testimoni dell’evento, gli scrittori e saggisti Eraldo Affinati, Franco Cordelli, Francesco Cataluccio, Anna Chiarloni, i giornalisti Lilli Gruber, Giuseppe Solinas, Paolo Borella, Ritanna Armeni, i fotografi Mario Dondero, Attilio Pavin, l’ambasciatore tedesco a Roma Michail Steiner allora funzionario d’ambasciata a Praga.”

Internet pullula di ostalgici. Fra i creativi vi segnaliamo l’utente di Flickr Die-Linke che ha creato i manifesti per i fantomatici 60 anni della DDR 1949-2009 e age234 che si è dedicato alla grafica televisiva, qui su youtube.



“Sappiamo così poco di noi uomini”
20 marzo 2009, 08:00
Filed under: Cinema/Video, Germania | Tag: , ,

Menomale che Giuliano, dal blog che condivide con Solimano, ci ricorda lo Stroszek di Herzog. “Una delle scene più belle di tutta la storia del cinema è quella, molto breve, che si trova a metà esatta del film “La ballata di Stroszek” di Werner Herzog. E’ una scena molto dolce e molto forte, e ad interpretarla non è un attore, ma un medico vero. E poi c’è un bambino piccolissimo, ma lui non sta recitando”.
Vielen dank!