Filed under: Fotografia | Tag: Fotografia, mattatoio, Slaughterhouse, Tommaso Ausili
Il mattatoio di Tommaso Ausili. «Nel 2000 lavoravo in uno studio legale…»
Filed under: Fotografia | Tag: Bergen Belsen, Fotografia, George Rodger, Magnum
“Al pari di tanti fotografi Magnum, tuttavia, Rodger si approssimava ai soggetti mantenendo una rispettosa distanza. (…) si lasciava coinvolgere dalla storia, dalle differenze, e con la fotocamera registrò la complessità implicita di ogni evento, in ogni istante. (…) Come nelle foto dei bombardamenti su Londra e, in maniera ancora più evidente, in quelle del campo di concentramento di Bergen-Belsen, scattate subito dopo la liberazione, Rodger rivela una prospettiva discreta e diffidente. Non sfrutta mai ciò che vede, né lo riduce alla componente sensazionale. Insieme alle foto scattate nei campi di concentramento da Margaret Bourke-White e Lee Miller, le immagini di Rodger sono studi dolorosi e difficili sulla sofferenza e il male su vasta scala, mostrano la foto documentaria ai limiti dei suoi parametri espressivi.”
Il resto qui, nel testo di Clarke.
Rispolveriamo qualche articolo…
Dentro il mondo della Magnum, Irene Bignardi su Repubblica; in Morto a 87 anni George Rodger: fondo’ la grande agenzia, pubblicato su La Stampa, Fabio Galvano ricorda che Rodger disse “Quando scoprii che potevo guardare l’orrore dei quattromila cadaveri viventi attorno a me e che l’unica cosa a cui pensavo era una buona inquadratura, capii che mi era successo qualcosa, e che era ora di finirla”.
Nel 1970 scrisse a suo figlio “Ricordalo. Ogni cosa che vedi guardando in basso, sulla lastra di vetro della tua Rolleiflex è la realtà – le cose come sono. La fotografia è ciò che tu deciderai di farne di tutto questo.”
“Le mie sono fotografie che potrebbero fare tutti. Io sono un uomo qualunque che va in giro e fissa il riflesso dello spettacolo della strada”.
Willy Ronis
Ronis, la fotografia come un romanzo, su LaStampa;
Willy Ronis, photographe, su LeMonde;
«L’émotion de ma vie, c’est la photo de la péniche aux enfants», su Liberation.
Eric Lafforgue è un grande fotografo freelance francese (vive a Tolosa) che lavora per numerose testate giornalistiche.
E’ spesso in giro, ma a volte torna. Ora è appena rientrato dal Kyrgyzstan…
Qui la sua galleria su Flickr, qui il suo sito e qui il link per scaricare l’applicazione gratuita per avere le sue foto sull’I-Phone.
Filed under: Fotografia, Germania | Tag: Fotografia, Kölner Stadtarchivs, Philipp Guelland
La foto è tratta dal sito di Stern.
E’ di Philipp Guelland, fotogiornalista classe 1981. Qui il suo sito.
Nella cassa un po’ di quello che resta dell’archivio cittadino di Colonia.
Trentasei anni fa moriva il fotografo Ugo Mulas.
” (…) Sognata per lunghi anni dai suoi inventori come portatrice di verità, e quindi come liberazione per l’uomo dalla responsabilità di rappresentazione della stessa, in breve si trasforma nel suo contrario; proprio per la fiducia che chiunque ripone nella sua oggettività, nella sua meccanica imparzialità, la fotografia si presta a fare da supporto alle operazioni più ambigue. La fotografia non diede all’uomo la certezza di rappresentare fedelmente se stesso e il mondo, come forse sognavano Niepce e Fox Talbot, ma finì in parte col favorire una élite, quella dei pittori, che scaricarono sui fotografi le operazioni servili, o quasi, che fino a quel punto rappresentavano uno degli aspetti più costanti, ma più frustranti, del loro mestiere. Anzi i peggiori fra essi si improvvisano fotografi e spesso con successo, perché il nuovo mezzo è più congeniale ai loro interessi e alle loro doti naturali, mentre altri usano la fotografia come modello per la loro pittura, e può capitare che, di questa, vedi Hill, non rimanga poi traccia alcuna, mentre a parlare del loro valore restano proprio le fotografie.
Oggi la fotografia con i suoi derivati, televisione e cinema, è dappertutto in ogni momento. Gli occhi, questo magico punto di incontro fra noi e il mondo, non si trovano più a fare i conti con questo mondo, con la realtà, con la natura: vediamo sempre più con gli occhi degli altri. Potrebbe anche essere un vantaggio; migliaia di occhi invece di due, ma non è così semplice. Di queste migliaia di occhi, pochi, pochissimi, seguono un’operazione mentale autonoma, una propria ricerca, una propria visione. Anche inconsapevolmente, le migliaia di occhi sono collegate a pochi cervelli, a precisi interessi, a un solo potere. Così, inconsapevolmente, anche i nostri occhi, anziché trasmetterci informazioni genuine, magari povere, scarne, ma autentiche, ci investono con infinite informazioni visive, doppiamente stordenti, perché spesso la loro falsità si cela sotto una sorta di splendore. Si finisce col rinunciare alla propria visione che ci pare così povera rispetto a quella elaborata da migliaia di specialisti della comunicazione visiva; e a poco a poco il mondo non è più cielo, terra, fuoco, acqua: è carta stampata, fantasmi evocati da macchine sempre più perfette e suadenti (…)”.
Ugo Mulas via Historicus
www.ugomulas.org
La galleria della mostra “Ugo Mulas, la scena dell’arte” e i suoi libri qui, sul sito di Iflibri (libreria on line specializzata in fotografia).
Filed under: Asia, Fotografia, Poesia | Tag: Emilio Morenatti, Fotografia, Pakistan
A chi non ha niente e se ne accontenta
viene tolto anche quel nulla che ha.
Però la spinta verso tutto quello che non c’è
non finisce mai.
Perché la mancanza di ciò che sogniamo
fa più male
non meno.
Ernst Bloch
(via akatalepsia)
La foto è dello spagnolo Emilio Morenatti e l’ha pubblicata, qui, spiegel.de. Avrete sentito sicuramente parlare di lui in occasione del suo rapimento (e rilascio) a Gaza nel 2006.
Filed under: Fotografia, Medio Oriente e Nord Africa | Tag: Bruno Stevens, Fotografia, Gaza
Stern.de, qui, ha pubblicato un reportage che il fotogiornalista belga Bruno Stevens ha realizzato nella striscia di Gaza dopo il cessate il fuoco.
Altri reportage di Stevens qui su pa.photoshelter.com e un’intervista, qui, sul numero 10 di viewmag.be.